NUOVO NOME PER NUOVE SPECULAZIONI

di Carlo Susara

Catullo, Dante e Carducci sono fra coloro che hanno scritto del Garda e della sua fascia costiera, non hanno mai citato Lonato non perché non sia una splendida cittadina, ma semplicemente perché non fa parte del Lago: quella piccola cintura di monti che sono le colline moreniche è stata sufficiente per millenni a ribadire questo concetto, ma nulla ha potuto contro il referendum consultivo, svolto il primo luglio, quando i lonatesi sono stati chiamati ad esprimersi per il mutamento della denominazione del comune di Lonato, in quella di Lonato del Garda. Il primo dato che balza all’occhio è la scarsa affluenza: solo un terzo degli aventi diritto al voto ha partecipato; essendo il referendum consultivo non richiedeva maggioranza assoluta ma relativa, quindi è stato sufficiente che due cittadini su dieci abbiano votato a favore del cambio di denominazione del comune per far attivare tutte le procedure burocratiche conseguenti da parte della giunta comunale. Potremmo dilungarci su ciò che è successo prima del voto all’interno del consiglio comunale o di alcune forze politiche che lo compongono, ma è molto più interessante rilevare le dichiarazioni successive al voto che gli amministratori hanno rilasciato. L’Assessore ai lavori pubblici, Monica Zilioli, ha dichiarato “Non intendiamo realizzare alcuna colata di cemento, ne delle speculazioni edilizie, vogliamo solo dotare il Lido (di Lonato, nda) delle strutture ricettive che ancora sono carenti”; il Sindaco Mario Bocchio ha invece chiaramente detto della propria contrarietà al vincolo d’inedificabilità della fascia a Lago e ad un parco nel quale inserirla. Ciò di cui stiamo parlando non è la fascia a lago in quanto tale che essendo di circa quattrocento metri lineari risulta inedificabile quasi di per sè date le esigue dimensioni (anche se è lecito aspettarsi di tutto), ma l’estensione alle spalle di questa fascia dove troviamo una straordinaria area naturalistica e storica dato che al centro di ettari di verde c’è l’abbazia di Maguzzano. Non credendo nei peccati mi limito a pensar male se credo che dietro l’aggiunta del nome “Garda” a Lonato ci sia in realtà l’intenzione di portare un attacco edilizio alla zona che vada dalla frazione dei “Barcuzzi” (già dilaniata) fino al limitare del “Lido di Lonato”? Gli interessi in gioco sono potenti, ma gli amministratori, qualora volessero, hanno altri obiettivi verso cui volgere i propri interessi, l’acquedotto ad esempio: siamo sicuri che i problemi di potabilità dell’acqua esplosi due anni fa siano risolti? Una recente interrogazione al Senato paventa la possibilità che l’ASM (ente gestore che fra gli altri servizi controlla quello dell’acqua anche a Lonato) possa prelevare acqua direttamente dal Lago di Garda proprio grazie allo “sbocco a lago” offerto da quel Lido di Lonato che, stando ai dati dell’ASL di Brescia aggiornati al 06/08/07, è precluso alla balneazione; sembra comico, ma è proprio così: il Lido di Lonato, quattrocento metri lineari di spiaggia, è una delle pochissime spiagge di tutto il Lago precluse alla balneazione, forse anche questo è un punto su cui intervenire. Abbiamo poi almeno due discariche da bonificare, che il comune pensi di muoversi seriamente per disinquinarle e recuperarle? Sembra esserci un progetto faraonico per un parcheggio nella migliore delle ipotesi mal posizionato, se si pensasse invece di segnalare i parcheggi già esistenti perché siano maggiormente usati? C’è una lottizzazione di fatto nell’ex “area Busi” che porterà ad aumentare gli abitanti di circa mille unità senza che il comune abbia in progetto interventi di potenziamento e miglioramento della viabilità nella zona, della macchina comunale, delle scuole etc. In poche parole ci sono interventi ben più pressanti che occuparsi dell’area verde a Lago, la quale si è conservata così bene che varrebbe la pena valorizzarla, senza circondarla di seconde case; ce ne siamo già occupati lo scorso anno, non vorremmo rioccuparcene il prossimo. L’intervento più urgente di tutti è però una presa di posizione pubblica in solidarietà al dottor Messori: lo scrittore si batte, assieme ad altre persone, per la tutela di quella zona ed è stato più volte oggetto di minacce anonime che lo invitavano a farsi “gli affari suoi”.
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