CASTEL GOFFREDO
COLLETTIVO PER IL RECUPERO MENTALE DELL’ITALIOTA

di Damiano Cason / damiano@grassiellenti.it

Nel porgere le mie più sentite non-condoglianze al disonorevole Borghezio per la morte di un’intelligenza mai nata, torno a parlare dell’argomento che va per la maggiore nell’Italia intera in questo ultimo periodo: i rom. A quanto pare, la giunta di Castel Goffredo non era l’unica ad aver fiutato il pericolo, perché ora ne parlano tutti i telegiornali e i salotti televisivi. La Romania è entrata in Europa, quindi ci sarà un’invasione di nomadi: un’equazione che spaventa tutti quanti. E allora, cari lettori, vorrei ricordarvi alcune delle previsioni nefaste di questi ultimi anni di quella che chiamerò “informazione alla Studio Aperto”. Cito: i morti a causa dei fulmini, l’aviaria, la mucca pazza, le buste all’antrace (che hanno fatto migliaia di vittime), gli anarco-insurrezionalisti (che hanno tagliato un palo del telefono in una foresta sarda), l’estate troppo fredda, l’inverno troppo caldo, l’autunno troppo mezza stagione per aderire al proverbio “non esistono più le mezze stagioni”, il “millennium-bug” (e infatti qualcuno è tornato all’età della pietra), le alghe tossiche, le armi di distruzione di massa (potevo non citarle?), il problema cardiaco di Berlusconi…potrei continuare per ore. Che facciamo: mettiamo un cartello con scritto “i fulmini non possono sostare”? Passiamo al livello di pericolo arancione? Il potere ci tiene in scacco. Il potere ci informa. Il potere ci spaventa, cosicché noi possiamo chiedere il suo aiuto. È la “strategia della paura”. Il nemico del mese sono i nomadi, perché la Romania è entrata in Europa. La domanda che un cittadino dovrebbe porsi è: “Le istituzioni sapevano (e, in linea di massima, avrebbe dovuto saperlo qualsiasi persona mediamente informata) da diversi mesi che Romania e Bulgaria sarebbero entrate nella UE dal 1 Gennaio 2007; perché il problema dei nomadi viene posto il 31 Dicembre 2006?”. Quindi, un cittadino, invece di farsi prendere dal panico dovrebbe rispondersi: “Va bene, il problema c’è, ma già esisteva; il problema dell’integrazione”. Così facendo, sarà facile riconoscere che la soluzione non può certo essere (per logica, storia e sociologia della politica) confinare le altre culture nei recinti o chiudere le frontiere (che siano di una Nazione o di Castel Goffredo – tutto questo sempre lasciando in secondo piano il fatto che sia illegale). La paura, insomma, non è mai il modo giusto di reagire a un fenomeno sociale o storico; la paura porta sempre a una sconfitta, o sul piano culturale, o su quello politico. Come ho già ripetuto in diversi articoli, quello che va sempre di più mancando è il dialogo. Nessuno conosce nessuno, cosicché molti si arrogano il diritto di giudicare dall’alto persone alle quali non rivolgerebbero mai la parola; mi rendo conto che non è nell’indole di tutti aprirsi agli altri, ma siccome il rispetto resta un dovere, chi non conosce un rom non si azzardi a dire che Tutti i rom sono ladri o delinquenti. Del resto, qualcuno l’ha presa bene quando durante i mondiali di calcio i giornali tedeschi scrivevano che gli italiani erano tutti “mammoni, ladri e truffatori?In quest’Italia così cattolica qualcuno tende a dimenticarsi troppo spesso di non fare agli altri quello che non vorrebbero fosse fatto loro…


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