GHEDI: CON LA BOMBA IN CASA

di Claudio Morselli

Carlo Susara è stato bravissimo nel suo lavoro di ricerca sul campo e nel riassumere, con dati inoppugnabili e inattaccabili, una realtà nascosta che da tempo veniva sussurrata, sospettata e che ultimamente, soprattutto per merito di Greenpeace, ha cominciato ad emergere. Abbiamo alcune decine di bombe atomiche a due passi da casa, e sono bombe “italiane”, ovvero custodite sul suolo italiano, in una base militare posta sotto il comando italiano, in violazione del trattato di non proliferazione nucleare. La guerra fredda è finita da tempo: a cosa servono, a chi servono queste bombe? Il loro potenziale distruttivo è enorme, da 8 a 40 volte maggiore di quello della bomba di Hiroshima e ognuno di questi ordigni nucleari può provocare la morte di milioni di persone. Purtroppo il business dell’atomica, dopo un parziale processo di riduzione all’indomani del crollo del regime sovietico, non conosce crisi ed è in ampia espansione. Stati Uniti e Russia posseggono ancora circa 30 mila testate atomiche e il club nucleare – dopo l’ingresso di Israele, India, Pakistan e Corea del Nord – si è allargato ad almeno altri 30 paesi, che sono in grado di costruire la bomba atomica. In prima fila ci sono sempre, naturalmente, gli Stati Uniti, che non considerano più l’arma nucleare come un deterrente ma l’hanno nobilitata a “credibile opzione militare”, tanto più facile da usare ora che le nuove tecnologie consentono di costruire ordigni atomici “portatili”, di sempre maggiore praticità. Gli esperti affermano che siamo sull’orlo di una seconda era nucleare, più pericolosa della precedente”, proprio perché più difficile da gestire e da tenere sotto controllo, per cui è molto più alto il rischio di errori e di “incidenti”, che provocherebbero una vera e propria catastrofe nucleare. Non stupisce che due ispezioni parlamentari fatte a Ghedi non abbiano prodotto alcun risultato se si pensa che un ministro del centrosinistra, il Ministro della Difesa Parisi, ha criticato chi si oppone all’ampliamento della base Nato di Vicenza accusandoli di non avere una “adeguata cultura della difesa”. Dimentica, il Ministro, o forse non sa, che da qualche decennio il movimento nonviolento ha elaborato modelli alternativi di Difesa Popolare Nonviolenta, che sono giuridicamente riconosciuti, sin dal 1985, dalla Corte Costituzionale. Bene fa dunque, Alex Zanotelli, ad insistere con il suo appello per la campagna sul Disarmo Nucleare e bene farebbe, ogni cittadino e cittadina, ad aderire a questa iniziativa, mobilitando la propria coscienza per sconfiggere la cultura della morte.


Commenti »

La URI per fare un TrackBack a questo articolo è: http://www.civetta.info/wp-login.php/wp-images/wp-content/plugins/showbiz/temp/update_extract/showbiz/wp-trackback.php/wp-trackback.php/wp-trackback.php/wp-trackback.php/921

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>