CASTIGLIONE ALEGRE
CAMBIERESTI?
IDEE E SUGGERIMENTI PER BUONI COMPORTAMENTI DI VITA QUOTIDIANA

di Claudio Morselli

Ulrich Beck, che non è certamente un estremista o un sovversivo, sostiene che «esiste un modello di contropotere rispetto al capitale che agisce su scala globale, ed è il contropotere dei movimenti sociali che si richiama alla figura del “consumatore politico”. Alla risorsa di potere del non-investimento delle multinazionali corrisponde – sottolinea ancora Ulrich Beck – la risorsa di potere del non-acquisto, della quale dispongono i singoli, ma anche, e soprattutto, i movimenti transnazionali di consumo e boicottaggio. Per il capitale mobile – aggiunge Beck – è fatale che nei confronti di questo crescente contropotere non sia possibile alcuna controstrategia. Nemmeno gli onnipotenti gruppi industriali mondiali possono perdere clienti».

Consumo critico significa fare la spesa nei negozi e nei supermercati escludendo i prodotti che possano incorporare comportamenti antisindacali, comportamenti che provocano danni all’ambiente, che siano fonte di ingiustizie o comunque eticamente inaccettabili. In questa categoria troviamo, generalmente, quasi tutti i prodotti delle grandi società multinazionali. Padre Alex Zanotelli, figura carismatica della rete di Lilliput, non si stanca mai di ripetere che non votiamo soltanto alle elezioni politiche o amministrative, ma tutte le volte che facciamo la spesa, perché con i nostri acquisti possiamo promuovere questo o quel prodotto e, quindi, possiamo influire sui risultati economici delle aziende produttrici.

Il boicottaggio è un non-acquisto motivato, supportato da apposite campagne di promozione e finalizzato alla realizzazione di un determinato obiettivo. In questo modo, il mancato acquisto dei prodotti di un’azienda può spingere quell’azienda a modificare i propri comportamenti, accogliendo in tutto o in parte le richieste che sono alla base del boicottaggio. È già successo, ad esempio, con Del Monte, oggetto di una campagna di boicottaggio durata alcuni anni e poi sospesa qualche anno fa per gli ottimi risultati raggiunti, oppure con Banca Intesa/S. Paolo Imi, che ha rinunciato al finanziamento del commercio delle armi.

Le multinazionali svolgono un ruolo fondamentale nella diffusione del neoliberismo globalizzato, che provoca ingiustizie sempre più drammatiche e devastazioni ambientali spesso irreversibili: sono potenti, condizionano i governi, dettano legge nelle istituzioni economiche internazionali e dominano il mondo, ma sono giganti dai piedi d’argilla. Il loro strapotere può essere intaccato se ognuno di noi prende innanzitutto coscienza della forza che, in quanto consumatore e potenziale acquirente dei loro prodotti e dei loro servizi, ha nelle proprie mani e agisce di conseguenza, selezionando i propri acquisti, in sintonia con le iniziative e le campagne messe in atto su scala globale. Molte sono le multinazionali oggetto di campagne di boicottaggio, tra cui: Nestlé, Unilever, Mc Donald’s, Coca Cola, Nike, Esso, Shell, Mitsubishi, Philip Morris e Procter & Gamble. Informazioni dettagliate si possono trovare nella Guida al consumo critico, a cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (Edizioni Emi). In ogni caso, un’indicazione utile, che vale sempre, è quella di non acquistare prodotti di marca, generalmente di proprietà di multinazionali (che, oltre tutto, costano mediamente il 40% in più di quelli non pubblicizzati), preferendo i prodotti del commercio equo e solidale, quelli del movimento cooperativo, delle aziende locali, i prodotti artigianali e, preferibilmente, i prodotti a basso impatto energetico e ambientale (OGM-free, prodotti biologici, confezioni con imballaggi ridotti, ecc.).

Il commercio equo e solidale assicura a tutti i cittadini l’acquisto di prodotti che incorporano un valore aggiunto molto importante, costituito dal rispetto dell’ambiente e dalla garanzia di prezzi equi corrisposti ai produttori dei paesi più poveri del mondo. Si può dire che è la massima espressione di eticità globale, a cui dovrebbe corrispondere una presenza e un impegno sul territorio per contribuire a far nascere esperienze locali alternative, rendere le comunità locali il più possibile autosufficienti in modo che si possano proteggere dagli effetti dannosi del mercato mondiale e sensibilizzare i cittadini sulla necessità di cambiare le regole del commercio internazionale.

Le botteghe del commercio equo e solidale devono essere quindi, come ci ricorda Alex Zanotelli, “luoghi di condivisione, informazione, cultura alternativa e resistenza al sistema economico-finanziario neoliberista. Ogni bottega del mondo deve essere il luogo dove si sperimentano relazioni umane, fraternità, serenità, gioia di vivere, dove si invitano tutti a consumare di meno e ad avere uno stile di vita più semplice e più sobrio. L’anima di ogni bottega deve essere una piccola comunità che ama ritrovarsi, far festa, danzare la vita. Ogni comunità dovrebbe essere una comunità alternativa alla cultura dominante”. La riapertura di una bottega del commercio equo e solidale a Castiglione è, per noi, un obiettivo prioritario.

Gruppi di acquisto solidale (GAS).
Un’ iniziativa che merita di essere presa in considerazione è rappresentata dai Gruppi di acquisto solidale (GAS), esperienze di acquisto collettivo da parte di gruppi di famiglie, orientate secondo criteri precisi di salute, benessere, rispetto della natura, solidarietà verso i produttori, diritti di tutti i popoli del mondo e delle future generazioni. I GAS hanno come finalità l’acquisto di beni e servizi per la realizzazione di una concezione più umana dell’economia, cioè più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando l’etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle. Anche in questo caso, come per la Banca del Tempo, si tratta di uscire dalle logiche di un’economia dominata dalla merce e dal denaro per prefigurare un’economia che abbia come protagonisti le persone, le relazioni, la vita, secondo il motto: piccolo, locale e solidale, perché solo nel piccolo e nel locale è possibile ridurre gli sprechi, prendersi cura della natura e trasformare le dinamiche commerciali in rapporti fra le persone. I principali interlocutori dei GAS sono quindi i produttori biologici, le piccole aziende responsabili, gli artigiani che conservano antichi saperi, le cooperative sociali, i negozi del commercio equo e solidale.

Cambieresti?
Già sperimentato in alcune città italiane (come ad esempio Venezia, Colorno, Biella e Campobasso), questo progetto consente di coinvolgere direttamente le famiglie e le scuole nell’attuazione di buone pratiche ambientali nella vita quotidiana e nella scelta di tecnologie e di prodotti, modificando il proprio stile di vita in senso etico e con maggiore rispetto ambientale. L’obiettivo che si vuole perseguire è il risparmio di risorse, risparmio idrico, di energia, la riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento, consentendo nello stesso tempo anche un risparmio economico per i cittadini e il miglioramento della qualità della vita. In sostanza, si vuole dimostrare che si possono cambiare le proprie abitudini nel nome della sostenibilità, e magari vivere meglio. Non si danno ricette, ma si invitano le persone a pensare con la propria testa, e insieme, creando una nuova rete sociale che è l’antitesi del centro commerciale, tutto affollato ma dove ciascuno è dolo con il proprio carrello.

(Dal documento di Castiglione Alegre, “Un’altra città è possibile”)

Il testo integrale del documento
di Castiglione Alegre è disponibile
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