COME I MONACI BIRMANI

di Claudio Morselli

“Scalzi e sotto la pioggia, senza aerei o papamobili, senza protettori e senza violenza, ma con una forza a noi sconosciuta, in silenzio, dapprima centinaia poi in decine di migliaia, in un paese lontano dal nostro, i monaci buddisti sono i protagonisti di questa maestosa protesta nonviolenta”. Queste bellissime parole, che ho trovato in una mail che mi è arrivata pochi giorni fa, descrivono in modo efficace i tratti salienti della rivolta nonviolenta dei monaci birmani, che hanno saputo interpretare la volontà di riscatto della popolazione birmana e hanno scosso alle fondamenta il regime sanguinario di quel paese lontano. È una lezione che vale anche per noi – italiani, europei, occidentali – che, pur non sottoposti all’oppressione di dittature militari, viviamo ormai sotto una dittatura ideologica e culturale che, attraverso i mass media e gli strumenti del potere, ci impone modelli interpretativi e stili di vita che sono funzionali agli interessi del grande capitale e di un sistema sempre più caratterizzato da logiche distruttive e di violenza, sia in termini sociali che ambientali. Anche noi abbiamo bisogno di una rivolta nonviolenta, una rivolta delle coscienze contro la violenza e la crisi di valori di cui è permeata questa nostra moderna società contemporanea.

Tutti si proclamano a favore della pace, ma si continuano a fare le guerre e a vendere armi, tanto che ogni anno, nel mondo, le spese militari arrivano alla cifra scandalosa di oltre mille miliardi di dollari e, nel nostro paese, abbiamo ancora le bombe atomiche della guerra fredda. Sul piano sociale, le politiche neoliberiste degli ultimi 25 anni hanno prodotto, in Italia, il più grande processo di redistribuzione dei redditi mai realizzato, ma a favore dei ricchi, sottraendo nientemeno che il 10 per cento del reddito dei lavoratori a favore dei redditi da capitale e delle rendite finanziarie. La lotta di classe esiste ancora, come ci ricorda il libro di Oscar Marchisio Bologna operaia, ma la fanno i capitalisti, favoriti in ciò dal pensiero unico neoliberista che impone le sue priorità – economia, mercato, impresa, privatizzazioni, profitti, speculazioni finanziarie, mani libere sul mercato del lavoro – a discapito delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e dei ceti più deboli, oltre che a danno dell’ambiente e del territorio, la cui distruzione non è contabilizzata, né a livello delle imprese né sulla prospettiva di futuro del nostro pianeta. Montezemolo, che chiede meno tasse per le imprese, ottiene larghi consensi e ampio spazio sulla stampa. Chi propone interventi per ridurre la povertà e garantire un lavoro più dignitoso è subito bollato come “estremista” e “massimalista”. Siamo arrivati all’assurdo che la solidarietà funziona al contrario, per cui, ad esempio, i contributi dei lavoratori dipendenti e dei precari sono usati per finanziare la gestione pensionistica dei dirigenti d’azienda, che è in deficit! Con tre regioni in mano alla mafia e alla criminalità organizzata, con la corruzione politica che rimane lo sport nazionale più praticato, l’agenda politica del pensiero unico impone il tema della sicurezza e della legalità prendendosela con i rom e con quei poveri cristi dei lavavetri, soffiando sul fuoco dell’insofferenza e dell’intolleranza, strumentalizzando la paura dei cittadini e accentuando la loro percezione di insicurezza. Anche noi abbiamo bisogno di una rivolta nonviolenta, per rinnovare la politica, sempre più imbalsamata da logiche di partito, di potere, di leaderismo e di autoreferenzialità che tradiscono la democrazia e i principi costituzionali. Ora sono lì tutti a fare le pulci al “fenomeno Grillo”, ma non puoi curare la febbre buttando via il termometro, e Grillo rappresenta il termometro della crisi della politica, che non si risolve, come pensa qualcuno, con iniezioni di leaderismo (ancora!) e con la spettacolarizzazione della politica ma, al contrario, avvicinando la politica alla gente, praticando una politica partecipata che dia più potere ai cittadini e dando risposte ai problemi della qualità della vita dei cittadini, con un’idea di futuro. Ecco perché Castiglione Alegre ha deciso di organizzare incontri in tutti i quartieri e nelle frazioni di Castiglione delle Stiviere. Nel nostro piccolo, vogliamo dare un contributo alla realizzazione di una democrazia partecipativa, affinché i cittadini diventino protagonisti della costruzione del loro futuro, essendo consapevoli dei loro diritti e decisi a non firmare più cambiali in bianco a nessuno. Presenteremo le nostre idee e le nostre proposte su diverse tematiche ambientali e sociali, inviteremo i cittadini ad agire in prima persona aderendo alla raccolta di firme su alcune proposte di legge: per liberare l’Italia dalle bombe atomiche, per assicurare ai giovani la dignità del lavoro, per avere il diritto di non trovarsi gli Ogm nel piatto. Ma soprattutto andremo ad ascoltare e ci faremo interpreti, nei confronti dell’Amministrazione Comunale, dei problemi posti dai cittadini.

CASTIGLIONE ALEGRE
Per un futuro sostenibile, nonviolento e solidale

La cittadinanza è invitata a partecipare agli
INCONTRI DI QUARTIERE E DI FRAZIONE a CASTIGLIONE DELLE STIVIERE


organizzati per
· ASCOLTARE I PROBLEMI DEL QUARTIERE
·SOSTENERE IL NO ALLA DISCARICA DELLA PIROSSINA
·PROMUOVERE INIZIATIVE SUI TEMI AMBIENTALI E SOCIALI

Programma degli incontri

LUNEDÌ 15 OTTOBRE
Hostaria Viola - Via Verdi, 32
- (Belvedere-Fontane)

MARTEDÌ 16 OTTOBRE
Grole – Sala Oratorio
- (Grole-Astore-Pedercini-Bertasetti)

MERCOLEDÌ 17 OTTOBRE
Gozzolina – Sala Oratorio
- (Gozzolina-Prede-San Vigilio)

VENERDÌ 19 OTTOBRE
New Bar – Via Nenni/P.le Artisti
- (Via I° maggio-Nenni-Guidetti)

LUNEDÌ 22 OTTOBRE
Pizzeria La Capanna - Via Giordano, 12
- (Staffolo-Prato Verde-Italmark)

VENERDÌ 26 OTTOBRE
Arcidallò – Piazza Dallò, 4
- (Centro storico e 5 Continenti)

LUNEDÌ 29 OTTOBRE
Pizzeria Taverna alla Spagnola - Via P. Beschi, 54
- (Via Martini-Beschi-Longhi-San Pietro)

MARTEDÌ 30 OTTOBRE
Bar Paola – Via Porta Lago, 23
- (Via Palazzina-Campasso)