MONTICHIARI
LIBRI?
SIAMO RIMASTI AL… VERDE

di Paolo Capelletti

Non sono mai stato tenero con Montichiari, scrivendo su queste pagine, ma l’evento di cui sto per parlarvi ha di che suscitare, finalmente, positive sensazioni e, meglio ancora, per semplice onestà intellettuale, al di là di schieramenti e ideologie. Lo scorso 6 maggio il Comune ha inaugurato la sua nuova biblioteca. Può sembrare una banalità, ma solo se non vivete a Montichiari o non sapete dove fosse ubicata la vecchia sede; se così è, la vostra perplessità riguardo alla portata della novità può essere dissipata in poche parole: la biblioteca di Montichiari era da diversi anni collocata all’interno di un edificio in cima a via XXV aprile, di per sé già una bella scalata, per di più ad un primo piano raggiungibile solo inerpicandosi per una rampa di scale parecchio ripida. Insomma, oltre al discutibile (e a mio parere insufficiente) livello dell’attrezzatura, inficiato dalla logistica interna poco adeguata, il problema più serio risultava l’accessibilità praticamente impedita ai disabili e, comunque, resa ardua a chi si trovasse con gli arti inferiori male in arnese. Il problema viene risolto dalla felice scelta, per la nuova sede, dell’ex ospedale, palazzo che, terminato il suo compito di assistenza malati nel 1986, torna a servire la cittadinanza con l’impegno di aprirla alla cultura libraria. Oltre a sorgere in posizione centralissima (in via G. A. Poli) e ad essere più facilmente raggiungibile da tutti, la nuova biblioteca sfoggia un look più elegante, agevolato certo dalle mura ricche di tradizione tirate a lucido per la fresca ribalta. Ad arricchire il potenziale culturale dell’impianto, oltre agli spazi dedicati, al piano terra, ai libri e alla loro consultazione, il primo ed il secondo piano saranno occupati da una pinacoteca con le tele della donazione Pasinetti. Tutto bene, quindi, per una volta. E invece no. L’adagio recita “La cultura è di tutti” ma a Montichiari sembra si voglia tramutare il tutto in una questione padana: l’inaugurazione è stata uno spettacolo di autocompiacimento dell’amministrazione, bravissima, Sindaco Rosa in testa, a bearsi dell’impresa felicemente portata a termine nel lungo iter di acquisizione delle mura dell’ex ospedale (appartenute allo Stato) e di realizzazione dell’opera civica. Civica, cioè dei cittadini, e allora perché non riconoscere giusti meriti a Montichiari tutta e, visto che non v’è dubbio che simili progetti siano partiti da lontano, anche ai propri predecessori? Ma no; si è preferito dare i natali a quel che si spera diventi un centro culturale attivo e giovane (come, con un pizzico di invidia, ho visto essere da tempo la biblioteca di Castiglione) tra un “Viva S. Marco” (neanche avesse fatto una donazione) e complici pacche sulle spalle, rigorosamente da scambiarsi tra fazzoletti verdi e verdi cravatte, anziché tra eleganti scaffali pieni di volumi. Come, non l’avevo ancora detto? Mi scuso, ma è così, non stupitevi: la cerimonia si è svolta… senza i libri! Le sale ne erano vuote, e dire che uno si aspetterebbe siano l’ospite d’onore, in un’occasione del genere. Ma devono aver sentito l’odore del troppo “leghismo” che aleggiava e, pensando che per loro non ci potesse essere spazio, avranno gentilmente declinato l’invito.


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