“A MEDOLE ABBIAMO IL SINDACO RAZZISTA?”


Bene, prendiamo in esame un argomento per volta. All’ordine del giorno del Consiglio comunale del 29 settembre u.s. fra gli altri argomenti c’era l’esame di una mozione, corredata di petizione popolare, riguardante la regolamentazione dei centri pubblici di telefonia sul territorio di Medole, PHONE-CENTER. Di cosa si tratta, credo sia noto, in quanto esistono in tutti i Comuni.
Sono costituiti da una stanza dove sono installate alcune cabine telefoniche, come si usava alcuni anni fa, quando non c’erano i cellulari ed in quasi tutti i bar erano installate le cabine telefoniche con pagamento degli scatti a fine telefonata.
Allo stesso modo questi PHONE-CENTER sono una importante utilità per gli immigrati in quanto, attraverso contratti con le Aziende di gestione telefoniche possono tenersi in cotatto, a costi contenuti, con i familiari rimasti nelle rispettive patrie. Si evidenzia particolarmente l’utilità anche in questi giorni della tragedia che ha colpito parte dell’Asia e dell’Africa. Ovviamente l’argomento ha suscitato discussione in quanto è stato presentato come una iniziativa di prevenzione al disordine pubblico. Chiaramente un pretesto discriminatorio nei confronti degli immigrati per ostacolarne una positiva integrazione sociale. Il disordine non è mai provocato dal locale, ma eventualmente dalle persone maleducate, senza distinzione di estrazione sociale o di nazionalità, compresa la nostra. Dunque, prima di giungere alla votazione dell’argomento, un consigliere comunale dell’opposizione chiedeva espressamente al Sindaco (anche se purtroppo non è stato riportato nel verbale della deliberazione) cosa ne pensava di quella proposta. Al quesito preciso il Sindaco rispondeva che si sarebbe affidato al buon senso dei suoi consiglieri. In pratica se ne lavava le mani e lasciava approvare a maggioranza la mozione razzista. Giusto giusto come fece a suo tempo quel Ponzio Pilato. La storia “della conservazione” si ripete continuamente e ad andare in croce sono sempre le persone pregiudizialmente discriminate, come è capitato al “Giudeo storico”. La chicca arriva all’ordine del giorno del Consiglio comunale successivo del 23 novembre; oggetto:”esame ed approvazione criteri e requisiti per l’attivazione dei centri di telefonia internazionali”. Viene proposto di paragonare il PHONE-CENTER alle caratteristiche dell’ambulatorio medico (per telefonare mancherebbe solo la sterilizzazione sanitaria). La discussione diventa accesa e l’opposizione dichiara di constatare, alla luce dei fatti, che si tratta di un’azione di razzismo. L’alibi della regolamentazione fa sorgere spontanea un’altra osservazione tratta dalla storia recente. Nel 1938 l’allora governo in carica promulgò la “Dottrina sociale” che, guarda caso, regolamentava il comportamento che doveva tenere una precisa fascia sociale, gli Ebrei. Queste regole però, la storia postuma le ha identificate unanimemente come “Leggi Razziali”. Un’altra acuta osservazione è contenuta in una lettera che ho ricevuto da, un gruppo di medolesi, indirizzata anche al Sindaco. Il Sindaco nelle sue dichiarazioni espresse attraverso la stampa locale sostiene che questa regolamentazione è preventiva ed aggiunge che il PHONE-CENTER potrebbe tramutarsi in “causa di intolleranza verso chi li utilizza”, scaricando la propria coscienza dal sospetto di razzismo e ribaltandolo sui cittadini. Smascherate le ipocrisie rimane solo il razzismo.
Giovanni B. Ruzzenenti


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