LONATO,
NASCE IL COMITATO NO TAV

di Carlo Susara

Il progetto TAV in Italia è ad uno stadio avanzato: appena tre tratte su undici sono ancora al solo livello progettuale, una di queste è la Milano-Verona; l’ inizio dei lavori sarà a Lonato (non si sa ancora quando con precisione) con lo scavo di una galleria lunga 7 km e larga 40 metri, una vera e propria diga sotterranea che è facile prevedere possa creare danni gravi alle falde acquifere. Si possono ascoltare numerose motivazioni a sostegno del progetto TAV, tutte inconsistenti: il guadagno di tempo, prendendo ad esempio la linea Milano-Roma, sarà di circa trenta minuti sulle attuali quattro ore, chiaramente insufficiente a giustificare spese faraoniche (l’attuale previsione di spesa per la sola tratta Mi-Vr è di 4,7 miliardi di euro), come inconsistente sarà l’aumento di passeggeri in quanto l’ottanta per cento degli utenti ferroviari compie percorsi non più lunghi di cinquanta km, appena sufficienti all’alta velocità per partire e fermarsi. Non sarà nemmeno un artifizio linguistico a cambiare l’inutilità del progetto: l’acronimo TAV (Trasporto Alta Velocità) è stato infatti modificato in TAC (Trasporto Alta Capacità) per provare a spacciarlo come indispensabile al trasporto merci, ma dai dati ufficiali sappiamo che i trasporti merci ad “alta capacità” avranno una velocità compresa fra i 150 ed i 180 kmh, poco più d’ora e quindi tutt’altro che indispensabili. Una vera e propria invenzione venduta come progetto è il corridoio cinque: ideale linea fra Lisbona e Kiev che sarebbero da collegare concretamente con una tratta ad alta velocità all’interno della quale collocare il pezzo italiano; questo corridoio cinque è tecnicamente irrealizzabile: ci sono differenze sia di tensione d’alimentazione fra i vari stati che di distanza fra le rotaie, queste diversità tecniche fra le differenti linee lo rendono una vera e propria opera d’ immaginazione; la partita si giocherà quindi tutta sul territorio nazionale: infatti che venga fatto o meno il tunnel in Val di Susa non avrà alcuna ripercussione sulla TAV in Italia dove le grandi energie economiche e politiche vengono spese sulle direttrici interne Nord-Sud ed Est-Ovest. I veri motivi per cui si vuole realizzare l’alta velocità possono essere solo due: il primo ben documentato da Ferdinando Imposimato nel suo libro Corruzione ad alta velocità, il secondo può essere un tentativo di smuovere un’economia asfittica tramite i grossi investimenti (per la gran parte pubblici) che determinano le grandi opere, ma se possiamo banalmente dire che il paese non abbia bisogno di ulteriore corruzione, possiamo anche dire che abbia sì un gran bisogno di grandi opere, ma di risanamento ambientale, non di devastazione. Per contrastare questa follia è sorto il “Comitato no-tav delle colline moreniche” che ha una mailing list all’indirizzo: http://groups.google.it/group/notavmoreniche; per scaricare il materiale prodotto si può far riferimento al sito www.frammento.org; il comitato sta organizzando per il 20 e 21 maggio a Lonato un’iniziativa denominata “Prove tecniche di presidio”, un nome un programma!


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