MONTICHIARI
COMUNE APERTO?

di Paolo Capelletti

Mi sono chiesto se insistere sulla questione della rotonda del Centro Fiera di Montichiari non sia operazione tacciabile di pedanteria, ma la recente presa di posizione del sindaco Gianantonio Rosa, nel suo editoriale per l’ultimo numero di Montichiari Comune Aperto, mi ha convinto che il punto della questione non sia, o non sia soltanto, la dubitabile sopportabilità estetica del “monumento” o la sua economicamente sospetta manutenzione. Ciò su cui il sindaco ha desiderato centrare esplicitamente l’attenzione con il proprio articolo (che non ho la presunzione di reputare motivato dalle segnalazioni in merito, a firma del sottoscritto, pubblicate su La Civetta di Luglio/Agosto) è il significato simbolico che l’installazione stessa afferma con la propria immagine: la coreografia dei getti d’acqua (mia la mancanza nel non averlo notato precedentemente) raffigura i colli monteclarensi, così la croce sormontata dalla corona conclude nell’insieme lo stemma della città e soprattutto, sostiene Rosa, chiarisce, una volta per tutte e a tutti coloro che ne dubitassero ancora, che “a Montichiari il potere temporale (la corona) poggia ed attinge le sue radici da quello spirituale (la Croce)” (sembra di rileggere la storia medievale da un manuale per scuole elementari) e che, quindi, “a Montichiari la Religione Cattolica regna sovrana”. Quando si dice Stato laico. Che la rappresentanza statale si orienti in tal senso è preoccupante anche in un comune di provincia; certo non suona nuovo a chi abbia osservato, anche senza troppa attenzione, il tradizionale panorama politico monteclarense, ma denota un’intolleranza di fondo che travalica anche il già grave disinteresse per la laicità che dovrebbe naturalmente competere ad un organismo governativo. L’impressione è che la forte presenza clericale sul territorio trovi appoggio e riscontro tra le sedi comunali, anche e soprattutto quando venga messa in dubbio l’esclusività del credo cattolico a favore delle altre confessioni che desiderino, ad esempio, disporre di adatti luoghi di ritrovo per i propri fedeli. Non sono certo le poche righe apparse sul periodico dell’amministrazione a suscitare tali perplessità, ma il fatto che siano specchio di un atteggiamento strisciante che si ripercuote su diverse situazioni e da diverso tempo. Il sindaco non vede di buon occhio chi non professi la fede cattolica, si sente minacciato dagli “infedeli” e insieme a se stesso vede messa in pericolo anche la cittadinanza (con quale diritto, poi, allinei l’opinione di tutti gli abitanti alla propria non è dato sapere). Ovviamente non si parla solo di religione, ma di immigrazione in genere; le vicende di “diversa considerazione” (vogliamo chiamarlo razzismo?) all’interno delle mura del municipio giungono alle nostre orecchie quotidianamente: un esempio ne sono i certificati di residenza negati per lunghi mesi e senza motivo a immigrati che ne necessitano per ottenere un permesso di soggiorno, ma di questa storia spero avrò modo di raccontare più dettagliatamente in un prossimo futuro. “Per una Città più bella, ricca di Servizi per il cittadino”, come recita il titolo a tutta pagina dell’intervento del sindaco Rosa, non è necessario aprire cantieri in continuazione e mostrare quanto si è bravi a spendere soldi in opere tutte nuove. Intanto nuovo non significa bello, né utile o funzionale: un intervento si guadagna tali appellativi quando è ben ragionato e inserito nel contesto architettonico che lo circonda; in secondo luogo c’è il ben più importante aspetto che una città bella è a misura di chi la abita, lo fa sentire apprezzato quando ci si trasferisce e appagato quando ci passeggia. Tali risultati non si conquistano costruendo rotatorie e marciapiedi ma porte d’ingresso accessibili a tutti. Montichiari Comune Aperto. Sì, ma quando?

eidoch@libero.it


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