ILLEGALITA’ DI STATO
LE BOMBE E LA GUERRA

di Claudio Morselli

Sabato 26 gennaio, in ogni angolo del mondo, si sono svolte, in contemporanea, migliaia di manifestazioni di adesione alla giornata internazionale di azione promossa dal Social Forum Mondiale. Temi sociali e temi ambientali si sono intrecciati con la contestazione delle politiche di guerra, che sono diventate il tratto caratteristico della nostra moderna società contemporanea. A Ghedi, Vicenza, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Sigonella e in tante altre località si sono svolte, in tutta Italia, oltre 150 iniziative per protestare contro l’aumento delle spese militari, per chiedere il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra e la chiusura delle basi militari, per rivendicare l’aumento delle spese sociali e la riconversione delle fabbriche di armi. A Ghedi alcune centinaia di persone hanno partecipato al presidio organizzato, davanti alla base militare, dal Comitato Via le atomiche di Ghedi, Confederazione Cobas, Sinistra critica, Centro Sociale Magazzino 47, SdL Intercategoriale, Centro Sociale 28 maggio di Rovato e Radio Onda d’Urto. La presenza, accertata e illegale, di testate atomiche nella base militare di Ghedi e di Aviano è un atto gravissimo, di cui l’Italia dovrebbe vergognarsi. Queste bombe non hanno niente a che vedere con la “difesa” del nostro Paese. Sono armi di distruzione di massa, le peggiori, le più distruttive, le più ignobili. La loro presenza, sul territorio italiano, è in aperta violazione dei nostri principi costituzionali e del trattato di non proliferazione nucleare firmato dall’Italia. Così come non c’entra nulla, con la Costituzione italiana, il fatto che la base militare di Ghedi sia una base d’attacco. L’articolo 11, non dimentichiamolo mai, dice che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. E poi, cosa c’entra con la Costituzione italiana la missione “di pace” in Afghanistan, dove i nostri militari sono impegnati in azioni militari e fanno morti tra i civili? Si parla tanto di legalità e di rispetto della legge, ma questo vale solo per i rom, per i lavavetri, per i poveri cristi, per le persone in stato di bisogno o di necessità? Quando l’illegalità è di stato, che succede? Chi interviene? È totalmente desolante assistere al teatrino di una classe politica che, senza più alcuna legittimazione e senza un briciolo di moralità, non si pone nemmeno il problema del rispetto della legalità costituzionale e democratica sul bene più prezioso che abbiamo: la pace.