MONZAMBANO,
L’ANTENNA INFINITA

di Marzia Sandri

Continua la storia infinita dell’ormai nota antenna per le telecomunicazioni che si sta realizzando a Monzambano, a ridosso delle mura del cimitero comunale e proprio nel bel mezzo di un elegante quartiere residenziale. Il gruppo di residenti, infatti, chieste inutilmente spiegazioni sulle motivazioni che hanno spinto il Comune a scegliere proprio quell’area per l’installazione dell’impianto, ha presentato formale ricorso al Tar, chiedendo la sospensione dei lavori. Nel frattempo la società di telecomunicazioni ha proseguito l’intervento innalzando un traliccio che, da una regolare perizia, risulta alto ben 33,44 metri contro i 22 metri che gli esperti ambientali del Comune in un primo parere del marzo 2004 avevano autorizzato. Una variazione di altezza concessa dallo stesso ufficio tecnico comunale, a firma dell’architetto Maurizio Zaglio senza che da parte degli esperti comunali, gli ingegneri Giovanni Bordanzi e Diego Cisi, ci fosse una retromarcia chiara e ufficiale rispetto alle prime dichiarazioni. Secondo il sindaco di Monzambano, Maurizio Pellizzer sarebbe però, tutto regolare. “Esiste un secondo parere – dichiara, infatti, il primo cittadino del comune mantovano – rilasciato qualche mese dopo, il quale, prendendo atto delle esigenze tecniche necessarie a rendere funzionale l’antenna, autorizza a innalzare l’impianto fino a 35 metri”. In realtà, nel documento in questione non si fa cenno ad alcuna misura e si dice, invece, che “stante il parere precedentemente espresso e recepito entro i limiti tecnici e tecnologici possibili” ci si esprime “nella consapevolezza della necessità dell’installazione dell’antenna”, limitandosi a prescrivere alcuni criteri per la piantumazione che dovrebbe occultare la recinzione. La spiegazione data dal sindaco non soddisfa, dunque, né i cittadini, né l’opposizione. “Da qualsiasi parte si giri la questione – dice Silvano Bompieri, consigliere di minoranza – salta fuori qualche magagna nascosta sotto questa operazione”. “Gli esperti ambientali, infatti – continua Bompieri –, devono esprimersi riguardo all’impatto che il traliccio ha sull’ambiente in cui viene inserito e non mettere in campo, perché non è di loro competenza, considerazioni relative alla potenza dell’antenna, né, tantomeno il loro parere deve in qualche modo adeguarsi alle necessità tecniche e tecnologiche dell’impianto. Se per essere efficace e funzionale l’antenna deve essere portata all’altezza di almeno 33.5 metri, a maggior ragione sarà opportuno individuare un sito più idoneo di quello indicato dall’amministrazione che è esattamente quanto chiesto dai cittadini”. La partita a questo punto, che passa in mano agli organi competenti, Procura e Soprintendenza al momento non informata delle variazioni, si gioca sull’interpretazione di questo secondo documento. Dalla sequenza dei fatti, l’operazione appare comunque quanto meno contorta arrivando ad assumere contorni paradossali quando lo stesso sindaco Pellizzer, che difende a spada tratta il comportamento del Comune, ammette indirettamente che qualcosa da rivedere in tutta la faccenda c’è, dato che scrive alla società di telecomunicazioni e chiede di “smantellare quanto innalzato fino a questo momento ripristinando l’area allo stato originario in attesa di valutare il da farsi, magari considerando di individuare un sito più adatto allo scopo”. Forse sottovaluta, però, il sindaco, il fatto che la società – che aveva tutte le carte in regola nei confronti del Comune, avendo anche comunicato ufficialmente modalità e termini di quanto si andava a realizzare – potrebbe non gradire la piega presa dalla faccenda.


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