HIROSHIMA E NAGASAKI

di Claudio Morselli

COME IL BOMBARDAMENTO DI DRESDA E DI ALTRE CITTÀ INTERAMENTE DISTRUTTE

6 agosto 1945: Hiroshima, 250mila morti. 9 agosto 1945: Nagasaki, 170mila morti. Per la prima volta viene usata un’arma terrificante e devastante: la bomba atomica. E viene usata, non per colpire un obiettivo militare o per distruggere una postazione nemica, ma per massacrare, deliberatamente, centinaia di migliaia di civili – persone inermi immolate sull’altare della politica americana e del primato della democrazia occidentale – con due città completamente rase al suolo ed i sopravvissuti condannati a patire immani sofferenze e a subire, per intere generazioni, gli effetti orrendi delle radiazioni. A Hiroshima, dopo sessant’anni, ci sono ancora oltre 200mila hibakusha, persone affette da malformazioni genetiche o da malattie provocate o trasmesse dalle radiazioni del “fungo maledetto” e ogni anno 5mila di queste muoiono a causa della bomba. Ci hanno sempre raccontato che questa carneficina fu resa necessaria dall’accanita resistenza dei giapponesi, che avevano rifiutato ogni proposta di resa, e dal fatto che in questo modo furono risparmiate le vite di migliaia di soldati americani. Salvo rare eccezioni, questa giustificazione è stata data per buona un po’ da tutti, ma se si ragiona cercando di accantonare la retorica patriottica e lo spirito del vincitore, ci accorgiamo che la conclusione può essere molto diversa.
Non solo perché la verità storica ci dice che il Giappone, sottoposto nel mese di luglio a pesanti bombardamenti, non era più nelle condizioni di proseguire la guerra, ma anche per l’assurdità di una logica aberrante, secondo la quale la popolazione civile è carne da macello e può essere massacrata senza limiti per salvare la vita dei soldati. La conclusione è che, tra Hiroshima e Nagasaki, si è consumato un orrendo crimine di guerra, un atto terroristico di proporzioni gigantesche, in nessun modo paragonabile a un qualsiasi altro attentato terroristico, nemmeno alla tragedia dell’11 settembre. In quattro giorni si è consumato il crimine di guerra più orrendo, e impunito, che un regime democratico abbia mai commesso, nella storia dell’umanità.

Qualche mese prima. Dresda, 13 e 14 febbraio 2005: nessun obiettivo militare, nessuna difesa contraerea. Per completare la “desertificazione” della Germania, l’aviazione inglese sganciò tremila bombe al fosforo che distrussero interamente la città, provocando la morte di 135mila persone. Come Dresda, furono rase al suolo quasi tutte le principali città tedesche: Amburgo, Monaco, Lubecca, Colonia, Dusseldorf, Norimberga, Hannover… e tanti piccoli centri, di cui non rimase più nulla. Nessun obiettivo militare, unico obiettivo: la popolazione civile. In tre anni, dal 1942 al 1945, si calcola che gli alleati abbiano sganciato, sulle città tedesche, oltre un milione di tonnellate di bombe, provocando la morte di circa un milione di persone. Anche qui, non può esserci alcuna giustificazione, come non possono essere giustificati tutti i bombardamenti che, in particolare nella seconda guerra mondiale, hanno avuto come obiettivi non strutture o postazioni militari ma le popolazioni civili. E anche qui si può parlare di crimini di guerra e di atti di terrorismo, ovvero di atti che implicano l’uso della violenza distruttiva a scopo intimidatorio, le cui vittime sono generalmente civili, o comunque non combattenti. Tali atti sono ora vietati dai trattati internazionali, e in particolare dalle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, che hanno ripreso alcune norme già previste dalle Convenzioni dell’Aja del 1899 e del 1907. Ma perché non c’è stata una Norimberga per Hiroshima e Nagasaki, per le decine di città tedesche distrutte e per i bombardamenti a tappeto compiuti anche sulle città italiane? Ce lo spiega molto bene Noam Chomsky, il quale ci ricorda una verità spesso dimenticata o sottaciuta: sono i vincitori che determinano le regole, e a Norimberga le definizioni di “crimini di guerra” e di “crimini contro l’umanità” furono stabilite escludendo tutte le casistiche che vedevano coinvolti gli alleati, al punto che “i criminali di guerra nazisti venivano assolti se la difesa riusciva a dimostrare che i loro omologhi americani avevano commesso gli stessi crimini”. E’ per questo che i tedeschi non furono processati per il loro terrorismo aereo. Ed è per questo che crimini degli alleati sono rimasti impuniti. Il maresciallo Harris, comandante dell’aviazione inglese e responsabile del massacro di Dresda, finita la guerra fu addirittura premiato con un monumento che gli inglesi eressero in suo onore.


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